Il carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCRPC) che progredisce dopo un androgen receptor pathway inhibitor (ARPI) ha prognosi sfavorevole, soprattutto nei pazienti con metastasi viscerali. Finora né i tyrosine kinase inhibitor (TKI) né gli immune checkpoint inhibitor (ICI) in monoterapia hanno mostrato efficacia significativa, come negli studi COMET-01 (cabozantinib) e IMbassador250 (atezolizumab).
Lo studio di fase III CONTACT-02, basato sui segnali preliminari di COSMIC-021, è il primo a dimostrare la superiorità di una combinazione TKI–ICI rispetto allo switch di ARPI in questa popolazione, caratterizzata da un’alta prevalenza di metastasi epatiche.
La combinazione cabozantinib + atezolizumab ha migliorato infatti in modo significativo la PFS, con beneficio clinicamente rilevante nei pazienti con metastasi epatiche. Non è emerso un vantaggio di OS globale, sebbene ORR e DCR sono risultati superiori. Il profilo di sicurezza è stato coerente con quello noto, senza nuovi segnali né aumento delle interruzioni di trattamento.
Tabella – Risultati principali
Endpoint |
Cabozantinib + Atezolizumab |
ARPI switch |
HR (IC95%) |
p-value |
PFS (mesi) |
6,3 |
4,2 |
0,65 (0,50–0,84) |
0,0007 |
OS (mesi) |
14,8 |
15,0 |
0,89 (0,72–1,10) |
0,30 |
ORR (%) |
13 |
6 |
– |
– |
DCR (%) |
72 |
53 |
– |
– |
AE G3–4 (%) |
56 |
26 |
– |
– |
Conclusioni
Cabozantinib più atezolizumab migliora in modo significativo la PFS rispetto allo switch di ARPI, confermando attività clinica anche nei pazienti con metastasi epatiche. Pur in assenza di un guadagno in OS globale, la combinazione rappresenta una nuova opzione terapeutica in un setting con poche alternative e ancora caratterizzato da un forte unmet clinical need.