Vitale A, Kim JS, Cabibbo G, Casadei-Gardini A, Iavarone M, Rimassa L, Ponziani FR, Tovoli F, Chon HJ, Kang B, Kim C, Imaoka H, Ikeda M, Kudo M, Aoki T, Tortora R, Guarracino M, Stefanini B, Marseglia M, Sparacino A, Celsa C, Bruccoleri M, Alimenti E, Marra F, Campani C, Bhoori S, Mazzaferro V, Sacco R, Facciorusso A, Martini A, Stella L, Cerrito L, Toyoda H, Yasuda S, Rossari F, Rimini M, Suda G, Sho T, Masi G, Vivaldi C, Pressiani T, Kakizaki S, Naganuma A, Avallone A, Nappi A, Vidili G, Soldà C, Bergamo F, Pinato DJ, Pelizzaro F, Foschi FG, Secomandi A, Verderame F, Bronte E, Martinelli E, Marino D, Grasselli S, Olivani A, Brunetto MR, Damone F, Mega A, Marzi L, Tamburini E, Ramundo M, Federico P, Daniele B, Giannini EG, Pasta A, Morisco F, Guarino M, Hoyek C, Boninsegna S, Gupta A, Sacerdoti D, Dalbeni A, Calvo Ramos I, Adeva J, Saitta C, Pitrone C, Lentini Graziano ML, Farella N, Rendina M, Grassi T, Rodriquenz MG, Maiello E, Presa J, Pinho I, Hiasa Y, Hirooka M, Chen J, Arrichiello G, Aschele C, Furlanetto A, Cillo U

Liver Cancer 2025

CANCER IMMUNOTHERAPY
Sintesi

Conversione curativa nel carcinoma epatocellulare (HCC): il gap tra potenziale e pratica clinica (studio Converse)

Vitale et al. Liver Cancer 2025 https://doi.org/10.1159/000547792

 

Highlights

Le combinazioni immunoterapiche aumentano risposte e potenziale accesso a trattamenti curativi nel carcinoma epatocellulare (HCC) avanzato, ma solo una minima quota di pazienti accede realmente a resezione, trapianto o ablazione. Rafforzare i percorsi multidisciplinari è cruciale per colmare questo gap.

Sintesi

Nel carcinoma epatocellulare (HCC) avanzato, le combinazioni immunoterapiche hanno aumentato i tassi di risposta, aprendo la prospettiva di una “conversione curativa”, ovvero il passaggio da terapia sistemica a trattamenti potenzialmente curativi come resezione, trapianto o ablazione.

Lo studio internazionale multicentrico retrospettivo Converse ha incluso 2.379 pazienti trattati in prima linea con atezolizumab+bevacizumab o lenvatinib tra 2019 e 2023. L’obiettivo principale era valutare la conversione, distinta in conversione potenziale (PC: risposta radiologica e riduzione dell’AFP a livelli compatibili con un trattamento curativo) e conversione effettiva (AC: accesso effettivo a resezione, trapianto o ablazione).

I dati hanno evidenziato tassi di risposta e di conversione potenziale più alti con atezolizumab+bevacizumab rispetto a lenvatinib, ma la quota di pazienti che ha realmente avuto accesso a un trattamento curativo è rimasta molto bassa e sostanzialmente sovrapponibile. Ne emerge un’ampia discrepanza tra potenziale e pratica, con frequente “under-conversion”. Nei pazienti che hanno potuto accedere a un trattamento curativo dopo immunoterapia, la sopravvivenza a 3 anni è risultata molto elevata.

Tabella – Risultati principali dello studio Converse

 

Atezolizumab+Bev

Lenvatinib

Risposta obiettiva (%)

29

24

Conversione potenziale (%)

16

13

Conversione effettiva (%)

3

3

Under-conversion (%)

40

36

Sopravvivenza a 3 anni post-AC (%)

93

88

Conclusioni

Lo studio evidenzia una marcata discrepanza tra conversione potenziale e accesso effettivo a trattamenti curativi. Questo gap riflette la mancanza di percorsi organizzativi e multidisciplinari strutturati, con rischio di vanificare il beneficio delle combinazioni immunoterapiche nell’HCC. Rafforzare i network clinici e favorire strategie di selezione tempestiva dei candidati a resezione, trapianto o ablazione appare essenziale per tradurre il potenziale terapeutico in outcome reali.

 

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