Chaganti S, Fox CP, Maybury BD, Burton C, Barrington SF, Illidge T, Kalakonda N, Eyre TA, McKay P, Kuhnl A, Cwynarski K, Davies AJ; BSH Committee

Br J Haematol. 2025;206(6):1593-1603. doi: 10.1111/bjh.20129

HEMATOLOGY
Sintesi

La British Society for Haematology (BSH) ha pubblicato nuove linee guida per il linfoma B diffuso a grandi cellule (LBCL) recidivato/refrattario, sviluppate secondo il metodo GRADE.

 La gestione della recidiva richiede rivalutazione istologica, ristadiazione con PET-CT e caratterizzazione immunofenotipica (CD20 in ogni linea; CD19 quando indicato, soprattutto dopo terapie anti-CD19). Vanno inoltre considerati performance status, rischio di sindrome da lisi e, se sospetto, coinvolgimento del SNC. Il tempo alla progressione resta il principale fattore prognostico. Le raccomandazioni terapeutiche variano in base alla tempistica della recidiva, all’idoneità alla terapia con CAR-T o trapianto ad alte dosi e alla linea di trattamento, come riportato in Tabella – Principali opzioni terapeutiche. Le linee guida sottolineano inoltre l’importanza delle cure di supporto nei pazienti fragili, di un bridging adeguato ed evitano bendamustina prima della terapia con CAR-T, in un percorso multidisciplinare volto a migliorare sopravvivenza e qualità di vita.

Tabella – Principali opzioni terapeutiche

Setting

Trattamento raccomandato

Note cliniche

2ª linea, recidiva precoce/refrattario

CAR-T (axi-cel, liso-cel)

Superiore a CIT + autotrapianto

2ª linea, recidiva tardiva (>12 mesi)

CIT a base di platino + autotrapianto

Risultati migliori in risposta metabolica completa

Non candidabili a CAR-T/HDT

Glofitamab+GemOx, Epcoritamab+GemOx, Pola-BR, Tafa-Len

Evitare bendamustina se previsto CAR-T

3ª linea

CAR-T anti-CD19

Risposte complete durature nel 40–60%

Post-CAR-T

Bispecifici (epcoritamab, glofitamab), Pola-BR, loncastuximab

Allotrapianto in pazienti giovani e selezionati

Conclusioni

Queste raccomandazioni sanciscono un cambiamento di paradigma nella gestione dell’LBCL recidivato/refrattario, introducendo percorsi sempre più personalizzati. L’integrazione delle cure di supporto, la scelta mirata delle strategie di bridging e il coinvolgimento multidisciplinare sono essenziali per migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità di vita dei pazienti.

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