Barroso-Sousa R, Zanudo JGT, Li T, Reddy SM, Emens LA, Kuntz TM, Silva CAC, AlDubayan SH, Chu H, Overmoyer B, Lange P, DiLullo MK, Montesion M, Kasparian J, Hughes ME, Attaya V, Basta A, Lin NU, Tayob N, Jeselsohn R, Mittendorf EA, Tolaney SM.

Nat Commun. 2025. 16(1):4430. doi: 10.1038/s41467-025-59695-1. 

CANCER IMMUNOTHERAPY
Sintesi

Immunoterapia senza chemioterapia nel tumore mammario con TMB elevato: promettente ma per pochi?

Barroso-Sousa R et al. Nat Commun. 2025;16:4430

Lo studio di fase 2 NIMBUS ha valutato l’efficacia della combinazione nivolumab (anti-PD-1) e ipilimumab (anti-CTLA-4, low dose) in 35 pazienti con carcinoma mammario HER2-negativo avanzato, fortemente pretrattate, con tumor mutational burden (TMB) ≥9 mut/Mb. Il trattamento, privo di chemioterapia, è stato somministrato per 2 anni o fino a progressione.

L’endpoint primario (ORR ≥20%) è stato raggiunto: 7 risposte (20%). Nei 5 pazienti con TMB ≥14 mut/Mb, l’ORR è stata del 60%, con PFS di 9,5 mesi e OS non raggiunta. Le risposte sono risultate durature in alcuni casi (>30 mesi). I profili di tossicità sono apparsi gestibili (30% AE ≥G2, nessun G4/5). 

La presenza di mutazioni di PTEN ed ESR1 è risultata associata a mancanza di risposta. Inoltre, una riduzione precoce della frazione tumorale nel ctDNA ha correlato con la risposta obiettiva. La composizione del microbiota intestinale è risultata associata sia al TMB che all’insorgenza di diarrea immuno-mediata.

 

 

Endpoint

 

 

 

 

Totale (n=35)

 

 

 

 

TMB ≥14 mut/Mb  (n=5) 

 

 

 

 

TMB <14 mut/Mb (n=30)

 

 

 

 

ORR (%)

 

 

 

 

20%

 

 

 

 

60% 

 

 

 

 

12%

 

 

 

 

PFS mediana (mesi)

 

 

 

 

1,4

 

 

 

 

9,5 

 

 

 

 

1,4

 

 

 

 

OS mediana (mesi)

 

 

 

 

16,9

 

 

 

 

NR 

 

 

 

 

8,2

 

 

 

 

irAE G≥2 (%)

 

 

 

 

30%

 

 

 

 

 

 

 

 

-

 

 

 

Lo studio NIMBUS conferma l’attività dell’immunoterapia combinata senza chemioterapia nel carcinoma mammario ipermutato, in particolare nei tumori con TMB ≥14 mut/Mb. Sebbene i risultati mostrino un beneficio rilevante in un sottogruppo molecolare selezionato, la numerosità limitata impone cautela. La strategia resta sperimentale e necessita di validazione in studi prospettici controllati. L’integrazione di biomarcatori predittivi, tra cui profili genomici, dinamiche del ctDNA e microbiota intestinale, potrebbe contribuire a una selezione più precisa delle pazienti candidabili.

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