Nello studio di fase III POLARIX, 629 pazienti ≥60 anni (età mediana 69) con DLBCL sono stati randomizzati a Pola-R-CHP CHP (polatuzumab vedotin più rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, e prednisone) o R-CHOP(rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, e prednisone). Con un follow-up mediano di 40 mesi, Pola-R-CHP ha migliorato la PFS in tutte le fasce d’età, con il beneficio maggiore nei ≥70 anni (HR 0,63). La OS non differiva significativamente, ma i tassi di risposta completa (80,7% vs 76,1%) e la DFS risultavano superiori con Pola-R-CHP.
Il profilo di sicurezza era simile tra i ≥60 anni (eventi avversi G3–4: 62,7% vs 61,5%; eventi G5, anche fatali: 3,6% vs 3,2%), senza nuove tossicità. Nei ≥70 anni si è osservata una maggiore incidenza di neutropenia febbrile G3–4 (21,2% vs 8,4%), legata anche a mancata profilassi con G-CSF in circa un terzo dei casi. I questionari FACT-LymS ed EORTC QLQ-C30 hanno mostrato qualità di vita comparabile fra i bracci.
Tabella – Risultati nei pazienti ≥60 anni
Setting |
Trattamento raccomandato |
Note cliniche |
1a linea DLBCL ≥60 |
Pola-R-CHP |
Migliora PFS e CR; beneficio più marcato ≥70 anni |
Concomitanza G-CSF |
Obbligatorio |
Riduce rischio neutropenia febbrile G3–4 |
QoL |
Entrambi i regimi |
Sovrapponibile per FACT-LymS ed EORTC QLQ-C30 |
Conclusioni
L’analisi conferma che Pola-R-CHP offre un vantaggio clinico significativo negli anziani, in particolare nei ≥70 anni, mantenendo tossicità gestibili con adeguato supporto. L’integrazione della profilassi con G-CSF è cruciale per ottimizzare la tollerabilità. Questi dati rafforzano la personalizzazione della terapia nei pazienti fragili, con attenzione alla multidisciplinarità e alle cure di supporto per preservare qualità di vita.