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CONTATTALe raccomandazioni per la diagnosi prevedono una distinzione iniziale sulla base del diametro della lesione focale epatica identificata attraverso tecniche di imaging quali ecografia, tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RM). Tutte le principali linee guida raccomandano l’impiego dell’ecografia standard come metodica di riferimento per lo screening e la sorveglianza, anche se in caso di forme precoci, questi metodi risultano meno performanti oltre che fortemente operatore dipendenti.
Recenti evidenze16 indicano un potenziale utilizzo di biomarkers ematici come AFP. AFP-L3, DCP (PIVKA) a potenziamento dell’accuratezza diagnostica nello stadio precoce e avanzato. In caso di diametro < 1 cm si procede con un follow-up ecografico a cadenza trimestrale ed avvio di eventuale ulteriore approfondimento diagnostico in caso di incremento dimensionale o modificazioni delle caratteristiche della lesione. In caso di diametro ≥1 cm, è previsto l’utilizzo di TC o RM per la valutazione fisiopatologica17 . La biopsia con esame istologico non è necessaria in caso di diagnosi inequivocabile dalle immagini strumentali in pazienti ad alto rischio18. Se questi criteri non sono soddisfatti si deve procedere con la biopsia.
La perdita di peso, il dolore alla parte superiore destra dell’addome e l'anemia sono i sintomi più frequentemente diagnosticati nell’epatocarcinoma19,20. La comparsa dei sintomi, le successive complicazioni e le metastasi che si verificano con l’evolversi della patologia in stadio avanzato, influenzano negativamente le condizioni fisiche, mentali e la funzionalità dei pazienti21,22.
La prognosi dell’epatocarcinoma rimane infausta.
In Italia, la sopravvivenza a 5 anni dei pazienti affetti da HCC è pari al 20%, omogenea tra uomini e donne. Come in altre patologie a prognosi severa, non si osservano significative differenze in ambito nazionale. La sopravvivenza a 10 anni dalla diagnosi è di circa il 10%23.
La maggior parte degli epatocarcinomi insorge in un fegato cirrotico e la prognosi dell’epatocarcinoma non dipende solo dallo stadio della neoplasia al momento della diagnosi, ma anche dalla funzione epatica residua, sia perché essa può essere di per sé causa di mortalità in questi pazienti, sia perchè è in grado di influenzare la scelta del trattamento o, negli stadi avanzati, impedirlo. Comunque, l’identificazione e la caratterizzazione precoci delle lesioni focali epatiche consentono di migliorare notevolmente il trattamento e la prognosi dell’HCC.
Il 30-40% dei pazienti con epatocarcinoma viene diagnosticato in stadio precoce candidabile a terapie curative e con una mediana di sopravvivenza superiore ai 60 mesi. ll 20% in stadio intermedio suscettibile di terapie loco-regionali con intento palliativo e con una mediana di sopravvivenza di circa 20 mesi; il 40% in stadio avanzato con una mediana di sopravvivenza di 10-11 mesi; il 10% in stadio terminale suscettibile della sola terapia di supporto e con una sopravvivenza mediana inferiore ai 3 mesi (EASL-EORTC clinical practice guidelines: management of hepatocellular carcinoma. Journal of Hepatology. 2012;56(4):908-943).
Negli ultimi anni si è osservato un miglioramento della sopravvivenza globale dovuto principalmente alla maggiore frequenza di screening semestrali che hanno ampliato la percentuale delle neoplasie che si sono qualificate per i trattamenti curativi24
Una volta che viene formulata la diagnosi di epatocarcinoma, è necessario fare una valutazione sulla prognosi del paziente in base alla stadiazione del tumore per definire quale sia il trattamento più adeguato. Per la stadiazione dell’HCC non esiste un sistema universalmente accettato. Nel corso degli anni sono stati proposti diversi sistemi, ciascuno caratterizzato da variabili differenti, nel tentativo di identificare il migliore sistema di classificazione del paziente con HCC. Gran parte delle Società Scientifiche internazionali hanno adottato la classificazione Barcelona Clinic Liver Cancer (BCLC). Il sistema BCLC è stato originariamente proposto nel 1999 e consente la stratificazione dei pazienti in 5 gruppi sulla base di performance status (PS), funzionalità epatica (Child-Pugh) e caratteristiche della neoplasia. L’elemento fondamentale e innovativo di questo sistema è rappresentato dalla valutazione di variabili dipendenti dalla neoplasia e variabili dipendenti dalla patologia di base (ad esempio la cirrosi epatica), con riferimento a dati di laboratorio, clinici e soggettivi del paziente. Il sistema BCLC non si limita alla sola predizione della sopravvivenza del paziente o alla definizione della prognosi ma consente di identificare una strategia terapeutica personalizzata.
In Italia oltre al soprammenzionato sistema BCLC sono utilizzati il programma CLIP (Cancer of the Liver Italian Program)25 , con valenza solo prognostica, e l’ITA.LI.CA , , sistema recentemente generato, caratterizzato da una marcata accuratezza prognostica28. Anche il sistema 26,27 propone per ogni stadio alternative terapeutiche la cui scelta è basata sulla “gerarchia terapeutica” che, a sua volta, si fonda sull’efficacia che i diversi trattamenti hanno dimostrato nella pratica gestionale policentrica di una grande coorte di pazienti29.
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I fattori di crescita ematopoietici e la terapia trasfusionale costituiscono un supporto fondamentale per l’oncologo medico nel trattamento della citopenia da chemioterapia.
AISF è un'associazione scientifica senza fini di lucro fondata nel 1970 e riconosciuta, nel maggio 1998, con decreto ministeriale dal Governo Italiano. È l’unica associazione nazionale rappresentativa per lo studio del fegato.
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