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    1. Patologie
    2. Epatocarcinoma - Trattamento
    Epatocarcinoma

    Descrizione

    Epidemiologia

    Fattori di rischio

    Multidisciplinarietà

    Diagnosi

    Trattamento

    Materiale educazionale per paziente

    Trattamento

    Nello stadio iniziale i pazienti con sufficiente parenchima epatico funzionante possono essere sottoposti a resezione chirurgica o a trapianto di fegato (12). Negli stadi intermedi vengono impiegati trattamenti ablativi locali con radiofrequenza o con chemioembolizzazione attraverso catetere arterioso (TACE) (12). Per l'HCC non resecabile in stadio avanzato di malattia con buona funzionalità epatica è indicata la terapia sistemica con inibitori multi-tirosinchinasi quali sorafenib o lenvatinib.
    Quest’ultimo è stato confrontato con il sorafenib in prima linea terapeutica, mostrando uguale efficacia in termini di sopravvivenza, ma con vantaggio in termini di PFS e con un differente profilo di tossicità. Regorafenib, un altro inibitore multichinasico orale con un meccanismo d'azione simile a sorafenib, ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza ed è utilizzato nei pazienti progrediti al sorafenib. Anche, cabozantinib, un inibitore di MET, VEGFR2 e RET approvato per il carcinoma tiroideo e renale, ha mostrato benefici di sopravvivenza rispetto al placebo in pazienti progrediti a sorafenib. Nel gruppo di pazienti pretrattati con valori di alfa-FP nel sangue ≥400 ng/ml, si è dimostrato attivo il ramucirumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGFR-2 (che non è prescrivibile, ad oggi, a carico del Servizio Sanitario Nazionale) (12).

    Da alcuni anni è allo studio il trattamento dell’epatocarcinoma con l’immunoterapia. La combinazione di atezolizumab, un inibitore di immuno checkpoint anti-PD-L1 con il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF confrontato con il sorafenib ha dimostrato un significativo vantaggio in sopravvivenza in pazienti di prima linea non resecabili (30). In virtù della qualità dei dati prodotti, e del favorevole rapporto rischio/beneficio, tale associazione viene raccomandata come Standard Of Care nella IL di terapia sistemica per l’epatocarcinoma avanzato e/o non resecabile da diverse Linee Guida a livello mondiale [NCNN 2020 (33); AASLD 2020 (34); EASL 2021 (35); BCLC 2022 (36)].

    Sono in corso diversi trials clinici che valutano la combinazione di inibitori di immuno checkpoint anti-PD1 e anti-PDL1 con farmaci inibitori multichinasici (12), ma anche l’associazione tra due diversi inibitori di immuno-checkpoint. Uno di questi, giunto recentemente a pubblicazione (studio HIMALAYA) propone la possibilità di associare durvalumab e tremelimumab con uno schema particolarmente interessante, dato che prevede la somministrazione di una singola dose (dose priming) di tremelimumab, seguita da dosi di durvalumab a cadenza mensile. Questo schema, confrontato al sorafenib ha evidenziato un favorevole rapporto rischio/beneficio in pazienti con HCC non resecabile, e può rappresentare una buona alternativa per i pazienti con controindicazioni agli anti-VEGF (31); malgrado sia ancora in corso l’iter di valutazione ai fini della prescrivibilità e rimborsabilità, alcune Linee Guida ne riconoscono già la validità clinica (6)

    In merito alle nuove associazioni ICI-TKIs, sono comparsi recentemente i dati dello studio COSMIC 312, in cui è stata sperimentata l’associazione tra atezolizumab (antiPD-L1) e cabozantinib (inibitore multichinasico) su pazienti con epatocarcinoma avanzato e/o non resecabile. Questa associazione ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza libera da progressione rispetto a sorafenib., con una safety accettabile (32).

    Tali associazioni, che si candidano ad essere nuove alternative ad atezolizumab+bevacizumab, al momento non sono né prescrivibili, né rimborsabili.


    M-IT-00001862

    Associazioni nazionali

    AIOM Associazione Italiana di Oncologia Medica

    I fattori di crescita ematopoietici e la terapia trasfusionale costituiscono un supporto fondamentale per l’oncologo medico nel trattamento della citopenia da chemioterapia.


    AISF Associazione Italiana studio del fegato

    AISF è un'associazione scientifica senza fini di lucro fondata nel 1970 e riconosciuta, nel maggio 1998, con decreto ministeriale dal Governo Italiano. È l’unica associazione nazionale rappresentativa per lo studio del fegato.

    Info utili

    • Bibliografia

      12) AIOM-AIRTUM "Linee guida: EPATOCARCINOMA" Edizione 2019. Consultabile al link: https://www.aiom.it/wp-content/uploads/2019/10/2019_LG_AIOM_Epatocarcinoma.pdf

      30) Finn RS et N Engl J Med 2020,382:1894-905

      31) Abou-Alfa GK, et al: Phase III randomized open-label multicenter study of tremelimumab (T) and durvalumab (D) as first-line therapy in patients with unresectable hepatocellular carcinoma (uHCC): HIMALAYA. J. Clin Oncol 2022;40P114-6

      32) Kelley R.K., Rimassa L., et al: Cabozantinib plus atezolizumab versus sorafenib for advanced hepatocellular carcinoma (COSMIC-312): a multicentre, open-label, randomised, phase 3 trial  The Lancet Oncology 2022 23:8 (995-1008)

      33) NCCN Clinical Practice Guidelines in Oncology: Hepatobiliary Cancers v4.2020;

       34) Llovet J et al. Hepatology May 2020

       35) Vogel A et Martinelli E Ann Oncol 2021 + eUpdate 5 March 2021

       36) Reig M. et al J. Hepatol 2022

    Collegamenti rapidi
     
    Wiki HCC

    La community multidisciplinare dedicata all’epatocarcinoma, in cui confrontarsi con altri specialisti per facilitare lo scambio di informazioni

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    Per informazioni o approfondimenti, è possibile contattare la Direzione Medica di Roche Italia

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