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CONTATTANello stadio iniziale i pazienti con sufficiente parenchima epatico funzionante possono essere sottoposti a resezione chirurgica o a trapianto di fegato12. Negli stadi intermedi vengono impiegati trattamenti ablativi locali con radiofrequenza o con chemioembolizzazione attraverso catetere arterioso (TACE)12. Per l'HCC non resecabile in stadio avanzato di malattia con buona funzionalità epatica è indicata la terapia sistemica con inibitori multi-tirosinchinasi quali sorafenib o lenvatinib. Quest’ultimo è stato confrontato con il sorafenib in prima linea terapeutica, mostrando uguale efficacia in termini di sopravvivenza, ma con vantaggio in termini di PFS e con un differente profilo di tossicità. Regorafenib, un altro inibitore multichinasico orale con un meccanismo d'azione simile a sorafenib, ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza ed è utilizzato nei pazienti progrediti al sorafenib. Anche, cabozantinib, un inibitore di MET, VEGFR2 e RET approvato per il carcinoma tiroideo e renale, ha mostrato benefici di sopravvivenza rispetto al placebo in pazienti progrediti a sorafenib. Nel gruppo di pazienti pretrattati con valori di alfa-FP nel sangue ≥400 ng/ml, si è dimostrato attivo il ramucirumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGFR-2 (che non è prescrivibile, ad oggi, a carico del Servizio Sanitario Nazionale)12.
Da alcuni anni è allo studio il trattamento dell’epatocarcinoma con l’immunoterapia. La combinazione di atezolizumab, un inibitore di immuno checkpoint anti-PD-L1 con il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF confrontato con il sorafenib ha dimostrato un significativo vantaggio in sopravvivenza in pazienti di prima linea non resecabili30. Sono in corso diversi trials clinici che valutano la combinazione di inibitori di immuno checkpoint anti-PD1 e anti-PDL1 con farmaci inibitori multichinasici12
M-IT-00001036
Associazioni nazionali
I fattori di crescita ematopoietici e la terapia trasfusionale costituiscono un supporto fondamentale per l’oncologo medico nel trattamento della citopenia da chemioterapia.
AISF è un'associazione scientifica senza fini di lucro fondata nel 1970 e riconosciuta, nel maggio 1998, con decreto ministeriale dal Governo Italiano. È l’unica associazione nazionale rappresentativa per lo studio del fegato.
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