L’emofilia è una malattia ereditaria causata da un difetto genetico che comporta un’alterazione del normale processo della coagulazione del sangue. La coagulazione è un processo complesso che coinvolge le piastrine e diverse proteine del plasma secondo una reazione a catena. Chi è affetto da emofilia presenta un ritardo nell’attuazione di questo processo da cui deriva la mancata o ritardata formazione di un coagulo stabile in seguito ad una lesione vascolare (Figura 1).

Fig. 1 modificata da Mannucci PM et al. N Engl J Med 2001 ;
L’emofilia si distingue in emofilia A e emofilia B sulla base della presenza di varianti nei due geni responsabili, rispettivamente, della sintesi del fattore (F) VIII (FVIII) e FIX. Entrambi i geni F8 e F9 sono localizzati sul cromosoma X. L’emofilia è, pertanto, una malattia X-linked trasmessa come carattere recessivo. Le donne possiedono due cromosomi X (cariotipo 46, XX), mentre i maschi possiedono un solo cromosoma X, ereditato dalla madre e un cromosoma Y, ereditato dal padre (cariotipo 46, XY). Ne deriva che l’emofilia si manifesta, generalmente, nei maschi, mentre le donne, che possiedono due cromosomi X, solitamente, non manifestano la malattia, ma possono esserne portatrici e trasmetterla ai figli. L’emofilia familiare è definita dalla presenza di almeno due soggetti emofilici in una famiglia (Figura 2A). L’emofilia sporadica è caratterizzata dalla presenza apparentemente di un unico soggetto affetto da emofilia in una famiglia. La variante genica che provoca la malattia è definita “de novo” poiché non evidenziata o diagnosticata nelle generazioni precedenti (Figura 2B). La frequenza dei casi sporadici è del 30% circa.

Fig. 2 modificata da Kasper CK et al Haemophilia 2007 ;